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Categoría: Metodo a freddo

Forse il destino dei saponi colorati con gli infusi naturali è quello di diventare tutti di sfumature che vanno dal bianchiccio-giallino, al giallo, al marroncino, al marrone. Almeno questo è quello che è successo al mio sapone di Natale… Stavo studiando un sapone rosso coi pallini bianchi, in pieno tema cromatico… quando mi sono venute in mente le rape rosse. E quei fiorellini secchi giallo pallido di elicriso che avevo archiviato da qualche parte in casa per una futura destinazione d'uso. Avevo come il sospetto che i pigmenti contenuti nella rapa rossa reagissero con il basico della soda caustica… e ne ho avuto la certezza a prodotto ultimato. Il sapone è diventato verdino pallido tendente al marroncino.

Ecco il procedimento per autoprodurre in casa un sapone alla menta con il metodo a freddo: ricordate sempre di lavorare con guanti, occhiali e mascherina facciale filtrante FFP3. Buon divertimento per tutto il procedimento!

Alcuni di voi ne hanno "assaggiato" un pezzettino e ne sono rimasti entusiasti, altri ci hanno chiesto informazioni e approfondimenti sulla torta di sapone che abbiamo realizzato in occasione dell'inaugurazione del nuovo sito www.lasaponaria.it. Visto la grande curiosità suscitata abbiamo pensato di condividerne la ricetta con voi! In questa ricetta racconteremo passo a passo come come realizzare una torta di sapone, un'idea originale come regalo per festeggiare le vostre ricorrenze con parenti ed amici al posto del classico dolcetto! La nostra ricetta della torta "crema di limone vegan, mandorle e caffè"

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "saponi e buoi dei paesi tuoi?" L'olio di oliva, presente per il 65%, è autoprodotto e assolutamente biologico.

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Alla domanda su quale fosse il mio paese mi sono trovata spiazzata.
Poi ho pensato che siamo quello che mangiamo e allora mi sono subito venuti in mente Pizzocheri e Papina, due piatti legati alla mia infanzia (i primi credo di averli assaggiati che avevo pochi mesi). E quando li sento nominare mi si scatena un sentimento di appartenenza a questi luoghi lombardi... La farina che ho utilizzato per il panetto è la stessa che viene utilizzata per fare i famosi Pizzoccheri valtellinesi ed è appunto quella di grano saraceno. Da quando avevo pochi mesi la Valtellina mi ha adottata e tutte le mie vacanze estive ed invernali le ho sempre trascorse lì, almeno fino ai 20 anni (ora invece ci ritorno solo per qualche occasione o ricorrenza, o in estate quando a Milano fa decisamente troppo caldo!). E poi c'è la Papina, la torta paesana della tradizione brianzola, che mamma cucinava (e cucina ancora credo) spesso. Ma non solo mamma: infatti una versione vegana, super energetica ma light (e anche senza zucchero) ha preso vita qualche giorno fa nella mia cucina... E così eccovi spiegato il tutto. Il cacao è un chiaro riferimento alla torta così come i datteri e le prugne che intervengono in sostituzione delle uvette che non mi piacciono (oltretutto sono i miei frutti preferiti: le prugne in estate e i datteri in questo periodo – anche ora mentre scrivo :)). Per dare la forma del “trancio di torta”, ho messo l'impasto in un piccolo contenitore di plastica di forma cubica: alle sagre paesane la Papina viene tagliata e servita proprio a cubotti. Il panetto risultante l'ho adagiato su un campo di Erba Livia: gli stessi campi dove mi sdraiavo da bambina dopo le corse per riprendere fiato (è infatti un' erba che cresce in alta montagna). Quasi mi sembra di avvertirne l'odore... Infatti, mentre scatto lo sento! Un po' ricorda quello della salvia e della lavanda. L'Erba Livia è una tipica erba della Valle che viene utilizzata come infuso per rilassare lo stomaco. Suggerisco di metterla nel contenitore insieme al panetto per rilassare i sensi prima della doccia.

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Quando negli anni 60 andavo insieme agli amici a fare una scampagnata “fuori porta” ai Castelli romani, si giocava nei prati e nei boschi di castagno cadendo e rotolandosi fra le piante di menta che lì crescono dovunque ci sia un po’ di sole e poi ci si fermava in qualche trattoria dove al caldo del camino si mangiava tutti insieme ad un tavolone di legno il pecorino romano e la porchetta di Ariccia con la finocchiella selvatica. Il sapone alla menta e finocchiella è prodotto con olio extra vergine di oliva della nostra regione con aggiunta di foglie di menta romana e di fiori di finocchiella selvatica raccolti da me durante l’estate ed essiccati. Lo stampo dei saponi ricorda le forme di pecorino romano e da questo deriva il nome sapo-rino. Il sale da cucina fa sì che il sapone si asciughi molto presto. Anche se il sapone si può usare subito è meglio farlo essiccare almeno 15 giorni. L’olio di cocco viene usato per creare schiuma. Il colore puntinato giallo/verde è dato dalle piante essiccate aggiunte.

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Questo sapone è ispirato al profumo che invade ogni estate il nostro giardino, quello della cedrina! Da sempre a casa nostra utilizziamo la cedrina in cucina, per farci delle ottime tisane ed un fantastico liquore digestivo..E ho pensato: perchè non sperimentarla anche nel sapone??!! Ho quindi realizzato questa ricetta con il metodo a caldo, utilizzando sia l'infuso di cedrina che le foglioline nell'impasto per fare un leggero effetto esfolliante. (quest'anno, incredibile ma vero, la cedrina è ancora in fiore a novembre!!)

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Jam come marmellata, come un mix di culture che si incontrano e che si mescolano. Questo sapone è dedicato ad una mia cara amica che vive ad Ammam (Giordania) che questa estate mi ha portato una splendido estratto di un incenso locale, di mirra se non ricordo male. Un estratto dal profumo magico, intenso ed avvolgente. Si tratta di una resina ricavata dalle incisioni di sul tronco della pianta, dal quale comincia ad essudare una sorta di lattice. Si ricava questo estratto dalle proprietà antisettiche ed antibatteriche. A questo ingrediente esotico ho aggiunto qualcosa di casa mia, il nostro olio di oliva che ogni anno produciamo qui sulle colline toscane. Un olio ottimo (anche in cucina) che rende questo sapone molto delicato ed emolliente!

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Faenza è considerata da tutti la "città della ceramica" per eccellenza. Fin dai tempi antichi Faenza è famosa per le sue ceramiche e tutt'oggi le botteghe faentine sono tra le più rinomate. Ho voluto dedicare questo sapone alla mia città, utilizzando come ingrediente caratterizzante l'argilla! L'argilla viene malleata per fare le ceramice ma (quella verde) è un vero toccasana anche per la pelle. Ad esempio si può usare per fare delle maschere con argilla ed acqua. Si può applicare sulla pelle del viso e del corpo..l'argilla dopo una decina di minuti si asciuga completamente divenendo un film rigido aderente perfettamente ad ogni asperità. La maschera aiuta ad esfoliare la pelle eliminando le cellule morte superficiali rendendo la pelle più liscia e morbida!

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Con il mese di novembre, nell’agro di Vieste, si vedono negli uliveti secolari di cui questa città è ricca, gruppi di agricoltori dediti alla raccolta delle olive. Gli uliveti del Gargano sembrano delle particolari ed eccezionali sculture che madre natura si è divertita a creare. L’olio che queste piante producono è genuino e prelibato, dalle straordinarie e note proprietà cosmetiche è da secoli l’olio per il sapone, ricco di sostanze emollienti, il sapone prodotto è un sapone duro e compatto e con un ottimo potere pulente. Visto che però produce poca schiuma,che a me piace tanto, ho pensato di aggiungere al nostro oro giallo, una piccola percentuale di olio di cocco. L’olio che si produce nella provincia di Foggia e perciò anche a Vieste, ha ricevuto la denominazione di olio extravergine D.O.P. Dauno Gargano. Riceve questa denominazione l’olio prodotto da olive raccolte per brucatura entro il 30 gennaio e molite entro tre giorni dalla raccolta. L’ “oro liquido” insaporisce ogni pietanza dando alla cucina tipica del Gargano un sapore inconfondibile che contribuisce notevolmente ad esaltare la qualità dei vari ingredienti che vanno a comporre e caratterizzare qualsiasi elemento, ho pensato allora: perché non raccogliere questo invito della Saponaria e produrre un sapone degno della mia terra? Ho raccolto questa opportunità a piene mani, perché produrre sapone, è come entrare in un mondo magico, avere uno spazio per rilassarsi dopo lo stress della giornata e, in oltre ricordare le mie origini, quando i miei nonni producevano in casa il sapone. Ecco spiegato perché amo molto realizzare ogni tipo di ricetta che mi capita sotto mano, però, questa volta grazie a voi ho realizzato una mia ricetta, tipica della zona in cui vivo dove l’olio d’oliva viene prodotto in abbondanza!!”

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Quand'ero piccola mia madre mi mandava a raccogliere le nocciole sotto gli alberi nel prato di casa mia, perché essendo piccina mi infilavo bene sotto i rami... da sola mi annoiavo, ma se c'era qualcuno con me (mia sorella minore o mio padre, spesso) diventava una sfida a chi raccoglieva più nocciole, ed era immediatamente molto molto più divertente! Volevo un sapone alle nocciole, proprio quelle di casa dei miei genitori, che adesso raccolgo insieme al mio compagno quando andiamo a pranzo la domenica (anche perché nel frattempo son passati 25 anni, e la mia mamma povera stella di sicuro non può mettersi a quattro zampe sotto i noccioli!) e volevo che sapesse anche di cioccolato, perché il cioccolato con le nocciole è sempre stato il punto debole di mio padre. E volevo che sapesse anche un po' di miele, perché da piccina adoravo quando il Maurizio che ha le api (eh sì, in Trentino si dice così: c'è sempre l'articolo davanti ai nomi! Il Maurizio, La Michela, Il Gianni...) ci portava i favi col miele, e bisognava mettere in bocca tutto e poi sputare la cera (con cui poi giocavo come con il pongo!). E così, pensando alle cose di casa mia, di quando ero piccola, ho creato un sapone dolcissimo, che profuma di cose buone buone buone!

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"?

Il fiore di tarassaco riempie i campi della pianura bergamasca, mentre i fiori di sambuco colorano di bianco le rive dei campi coltivati a mais. L’albero del tiglio, con il suo profumo, e il pino mugo s’innalzano sulle prealpi orobiche. La radice del tarassaco e i fiori di sambuco hanno valore terapeutico nei casi di pelle acneica. L’oleolito di tiglio ha proprietà idratanti, emollienti ed antinfiammatorie. Il pino mugo, qui rappresentato dal suo olio essenziale, ha proprietà balsamiche.

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